June 3, 2019

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Sentimenti che è normale avere mentre ci si prepara a fare ritorno a casa

“Il mio anno da au pair è ormai giunto al termine. Le mie valigie sono pronte, la mia camera è vuota e la mia stanza non è più la mia stanza. La mia famiglia ospitante non è più la mia famiglia ospitante, ma è ormai diventata per me come una seconda famiglia. I miei bambini non sono più una mia responsabilità, sono invece diventati i miei fratelli minori dall’altra parte del mondo. Casa non è più casa. Mi piange il cuore, ho gli occhi arrossati e le lacrime scorrono sul mio viso. Un anno fa, questo giorno mi sembrava lontanissimo, ora che invece è arrivato ho pianto come mai prima d’ora!” – Ecco come mi sono sentita l’ultimo giorno trascorso con la mia famiglia ospitante.

Sono stata una ragazza alla pari ad Orlando, in Florida, dal 2016 al 2017. Mi sono presa cura di una bambina di 11 anni e di un bambino di 13 anni che per me erano i fratelli più piccoli che non ho mai avuto. Gli voglio tantissimo bene e sento ogni giorno la loro mancanza.

I sentimenti non sono qualcosa che la mia famiglia ospitante ama particolarmente condividere; sono più spesso qualcosa che preferiamo tenere per noi, ma voglio tranquillizzarti sul fatto che tutte le diverse emozioni e i forti sentimenti che si provano al termine dell’anno alla pari sono assolutamente normali! Non sempre sono riuscita a condividere i miei sentimenti con la mia famiglia alla pari, ma l’ho fatto attraverso il mio blog e tramite le mie amicizie. È stato terribile non sapere che questi sentimenti fossero in realtà normali e la parte più dura è stata addirittura non sapere come controllarli.

É normale piangere quando si è da soli nella propria stanza di notte? È normale provare un pizzico di gelosia nei confronti della nuova ragazza alla pari? É normale avere la sensazione che tutto ciò che ti circonda sia tuo, come se la tua stanza, la tua auto, la tua famiglia ospitante, sia tutta roba tua? É normale sentirsi confusi sui propri sentimenti? La risposta è SI! Sì, è assolutamente normale provare tutte queste cose. Si prova una strana sensazione a lasciare un luogo che è così difficile da dimenticare dopo averti dato così tanti ricordi. Non è solo il sentire la mancanza delle persone a cui vuoi bene, ma anche sentire la mancanza della persona che sei in quel preciso istante e in quel determinato luogo, perché sai che non sarai mai più quella stessa persona.

Ecco una breve sintesi del mio ultimo giorno. Mi sono svegliata accanto alla mia bambina ospitante, la piccolina, e insieme siamo andate a svegliare suo fratello. Tutti insieme abbiamo preso le bici e siamo andati a fare colazione in pasticceria, dopodiché siamo andati al fienile per cavalcare un po’ e salutare tutti i cavalli. Poi siamo tornati a casa e ho messo in valigia il resto delle mie cose. Durante tutto il giorno non abbiamo fatto altro che piangere appena se ne presentava l’occasione, senza riuscire a controllare i nostri sentimenti, ma quando i miei genitori ospitanti sono rientrati a casa sapevamo cosa sarebbe successo. Era arrivato il momento per me di ripartire. Per prima cosa, ho abbracciato forte i miei bambini ospitanti e non appena ci siamo abbracciati siamo scoppiati a piangere.  Abbiamo iniziato a singhiozzare senza neanche riuscire a parlare, ci siamo semplicemente limitati a tenerci stretti per qualche minuto tra le lacrime. I miei genitori ospitanti erano lì che ci osservavano in disparte e, quando ho alzato lo sguardo, ho visto che anche loro stavano piangendo. Ho abbracciato tutti gli animali prima che la mia mamma ospitante mi accompagnasse in aeroporto. Ho pianto durante tutto il tragitto fino alla destinazione successiva e non ho mai avuto il cuore così infranto.

Mi ricordo quando ho dovuto decidere se estendere il mio anno di permanenza o meno. Avevo deciso di non prolungare il soggiorno con la mia famiglia ospitante perché sembrava proprio come una vera famiglia e anche perché desideravo vedere nuovi posti negli Stati Uniti. Inoltre, sapevo che sarebbe stato difficile trovare una famiglia ospitante migliore di quella, così alla fine decisi di non prolungare. Me ne sono pentita? Per alcuni versi sì. Ero felice, ma allo stesso tempo anche triste della decisione presa, perché non sapevo cosa volessi. Ad un certo punto ho sentito la mancanza della mia famiglia ospitante, della natura e dello stato, ma anche di me stessa. Persino dopo aver fatto ritorno nel mio paese natale, ancora non ero certa di aver preso la decisione giusta, ma oggi sono semplicemente felice di aver potuto conoscere e visitare la mia bellissima famiglia americana. Ma più di tutto, sono estremamente grata per la persona che sono diventata.

Ero preparata ai sentimenti che avrei provato al momento di lasciare il mio paese di origine, la nostalgia di casa, il fatto di essere lontana in occasione del Natale e dei vari compleanni. Ma nessuno mi ha mai preparato al fatto di lasciare la mia seconda casa. Quindi, come ci si prepara per affrontare la fine dell’anno alla pari? Ci sono tantissime cose alle quali bisogna prepararsi. Sei pronta a lasciare che un’altra au pair faccia il tuo lavoro, e ad essere sostituita da qualcun altro? Per me è stato molto difficile sapere che qualcun altro avrebbe fatto il mio lavoro, ma ecco alcune delle cose da fare per prepararsi al meglio:

  • Parla a chi prenderà il tuo posto della famiglia ospitante, fornisci tutte le informazioni importanti che avresti desiderato ricevere tu dall’au pair che ti ha preceduto.

  • Falle sapere che può sempre fare delle domande.

  • Falla sentire a casa anche se non è ancora arrivata, magari decorando la sua cameretta con oggetti che richiamano il suo paese d’origine.

  • Parla di lei ai tuoi bambini ospitanti, digli di essere sempre gentili e di non darle del filo da torcere.

  • Se partirai sapendo che la nuova au pair si prenderà ottima cura dei tuoi bambini ospitanti, ti sentirai automaticamente meglio.

La cosa peggiore è partire senza salutare niente e nessuno. È fondamentale cominciare a salutare in anticipo. Io ho iniziato a dire addio due mesi prima della partenza. Ho visitato per l’ultima volta la Cheesecake Factory, il centro commerciale, il mio lago preferito, il centro città (downtown) e tanti altri posti ancora. Sono andata a pranzo con la mia nonna ospitante, ho detto addio ai miei amici, alla squadra di calcio, ai cavalli, alla mia auto, praticamente a tutti. Seduta sull’aereo che mi stava riportando a casa, mi sono resa conto di aver avuto l’opportunità di dire addio a tutti e mi sono sentita meglio!

Fare ritorno a casa nel proprio paese di origine dopo un anno all’estero è probabilmente la sensazione più strana che si possa provare. Casa è il luogo in cui ci sentiamo amati. É possible lasciare la propria casa fisicamente, ma il cuore resta lì. Ti senti di essere cambiato profondamente e poi ti rendi conto che tutte le persone a casa sono rimaste le stesse. Ti senti improvvisamente perso e hai la sensazione di non appartenere più a quel mondo. Nel mio caso, per esempio, è stato molto difficile non sentirmi più dire “come va” ovunque andassi. Ho avuto problemi con il clima e con la mia cultura danese. Pur essendo stata via solo un anno, il mio paese di origine era diventato un mondo completamente nuovo per me. Le persone non erano più amichevoli, la casa era la stessa, i miei amici erano gli stessi, ma io non lo ero più. É stato molto difficile per me tornare e avere improvvisamente la sensazione che nessuno mi capisse veramente.

Sono stata via solo un anno, ma non è stato solo un anno della mia vita, è stata la mia vita in un anno. Avevo tantissime storie da raccontare e fotografie da mostrare, ma nessuno poteva davvero comprendere perché ero l’unica a conoscere le sensazioni che queste esperienze mi avevano provocato. E, naturalmente, né i miei amici e né la mia famiglia avrebbero potuto capirmi perché non erano con me mentre vivevo tutto questo. Mentre avevo un milione di storie dall’America da raccontare, anche loro avevano delle storie da condividere: “hai sentito dell’incredibile svendita da Vero Moda?” Ricordo che uno dei miei amici mi parlò dei saldi da Vero Moda, e ricordo anche di aver pensato “chi se ne importa?”, ma se me l’avesse detto un anno fa probabilmente mi sarebbe interessato. Vorrei tanto che qualcuno mi avesse detto che sarebbe stato normale sentirsi come un estraneo nel proprio paese. Vorrei che qualcuno mi avesse detto che il ritorno a casa sarebbe stato molto più difficile di quanto potessi mai immaginare. Mi ci è voluto un po’ a riabituarmi al mio paese natale, alla mia famiglia e ai miei amici, ma devo ricordarmi che qualunque cosa accada, “Non mi sentirò mai più completamente a casa, perché parte del mio cuore sarà sempre altrove”. Tutte le sensazioni che provi quando stai per lasciare la tua seconda casa sono assolutamente normali. Tutti provano le stesse emozioni e tutti coloro che fanno ritorno a casa sentono improvvisamente di non appartenere al proprio paese. È normalissimo! Capita a tutti di sentirsi persi, tristi e infelici al momento di lasciare la propria famiglia ospitante, ma ci tengo a dire che non c’è nulla di male, non c’è niente di male a piangere e a esternare i propri sentimenti indipendentemente da chi abbiamo davanti. Anche se il posto del tuo cuore, fisicamente ed emotivamente, è altrove, e anche dopo tutte le esperienze vissute, il tuo cuore potrebbe avere semplicemente della gran nostalgia. Nostalgia di casa, ovunque essa sia.